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Storia di ordinaria inciviltà estiva: il villano.

Cani non accuditi e volontari aggrediti.

Torrida giornata di luglio, ore 13 circa.
Fuori da un ipermercato alcuni volontari della Sezione di L’Aquila della Lega Nazionale per la Difesa del Cane sentono guaire un cane: dopo poco vedono un pastore tedesco a pelo lungo legato con una catena di pochi centimetri, sotto al sole. Affannato, la lingua gocciolante di fuori, guaisce come per richiamare l’attenzione.
Un capannello di gente gli si fa vicino e discute, guardandolo.
Decidiamo di chiedere al punto informativo dell’ipermercato, se sanno qualcosa in merito al cane: ci dicono che si, è di un signore che si trova all’interno della struttura.
Entriamo nel bar adiacente per chiedere una scodella con dell’acqua in modo da rifocillare il cane nell’attesa di vedere se quest’uomo tornerà o se sarà necessario chiamare le forze dell’ordine ed il Servizio Veterinario.
Portiamo l’acqua al cane, che beve con ingordigia, confermandoci il suo stato di disidratazione. È docile e intimorito.
Sentiamo alle nostre spalle della confusione: è arrivato il “proprietario” (mai termine fu più odioso come in questa circostanza) dell’animale che ci intima, gridando rosso in volto, di allontanarci immediatamente e di farci gli affari nostri (le espressioni sono ben più colorite, ma le rendiamo più civili di proposito in questa sede). Dà un calcio alla ciotola con l’acqua, impedendo al cane di dissetarsi e rovesciando tutta l’acqua.
Si gira nuovamente verso di noi con fare minaccioso e ci viene contro, insultandoci.
Ora, non ci aspettavamo di essere ringraziati: a noi bastava che il cane fosse dissetato, che non fosse stato abbandonato e che fosse al sicuro; ma il gesto di calciare la ciotola ed il turpiloquio che ne è seguito sono stati l’ennesima dimostrazione – oltre che della debolezza della persona in sé che, trovandosi preso in castagna, con un capannello di gente che assisteva alla scena, ha preferito insultare e fare il gradasso invece di ammettere di aver sbagliato – del grado di civiltà che ci circonda.
La Lega del Cane di L’Aquila si occupa, dal 1991, di accudire, sterilizzare e curare gli animali randagi: dover assistere ad una scena di incuria tale a carico di un cane di “proprietà”, che quindi dovrebbe essere fra i fortunati che hanno una famiglia, ci fa davvero rabbrividire.
Se, come si dice, Il grado di civiltà di una nazione si misura dal modo in cui vengono trattati gli animali, abbiamo ancora davvero tanto da lavorare in merito.
Soprattutto durante queste giornate torride, invitiamo tutti i proprietari di animali a prestare particolare attenzione ad eventuali colpi di calore del proprio amico con la coda, che deve avere un riparo ombreggiato e sempre acqua a disposizione. Consigliamo, inoltre, di non lasciare mai il proprio cane incustodito, legato fuori da un negozio: potrebbe spaventarsi e fuggire o, peggio, venire rubato.
Ricordiamo a tutti i cittadini che gli animali smarriti, feriti, da sterilizzare o in difficoltà devono essere segnalati al Servizio Veterinario della Asl allo 0862.368911/0862.3681; la nostra segreteria di Sezione è a disposizione per qualsiasi chiarimento: 329.9064859 – info@cuccefelici.com.

L’Aquila, 20 luglio 2010