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Oggi è la Giornata nazionale contro lo spreco alimentare

In Italia ogni anno vengono buttati 1,19 milioni di tonnellate di alimenti. Un'"abitudine" che si riflette negativamente anche sull'ambiente, come sottolinea il Wwf. Ma una semplificazione normativa per utilizzare al meglio i prodotti invenduti è sempre più vicina.

SprechiUNA GIORNATA per riflettere sui nostri comportamenti e cercare di modificarli. Non solo per risparmiare nel quotidiano ma anche per salvaguardare il nostro pianeta. È la Giornata nazionale contro lo spreco alimentare che si celebra oggi per il secondo anno. "La novità importante è che finalmente è in vista la semplificazione normativa per gli alimenti invenduti": l'annuncio è del presidente di Last Minute Market Andrea Segrè, coordinatore del comitato tecnico scientifico attivato dal Ministero dell'Ambiente per la prevenzione dei rifiuti e dello spreco di cibo. Segrè sottolinea anche che la semplificazione normativa "consentirà finalmente di favorire e incentivare la donazione delle eccedenze e dei prodotti alimentari invenduti lungo la filiera, attraverso la semplificazione, razionalizzazione e armonizzazione del quadro di riferimento - procedurale, fiscale, igienico-sanitario - che disciplina il settore".
Una buona notizia rivolta ai consumatori ma anche all'ambiente perché "lo spreco alimentare non è solo un problema di cibo ma anche di impatti sulla biodiversità e sul clima": a rilanciare l'allarme è Wwf che per la giornata anti spreco, con il sostegno della grande distribuzione, ha avviato una serie di iniziative per sensibilizzare i cittadini. L'associazione ambientalista parteciperà a EXPO 2015 in qualità di "Civil Society Participant" proprio per portare l'alimentazione sostenibile all'attenzione del grande pubblico. Sul fronte ambientale, infatti, i dati resi noti nel rapporto "Food wastage footprint. Impacts on natural resources", realizzato dal Dipartimento di gestione ambientale e delle risorse naturali della FAO nel 2013, non sono affatto incoraggianti. L'impronta di carbonio del cibo prodotto ma non mangiato e quindi sprecato ogni anno, viene stimata in 3,3 miliardi di tonnellate di Co2, una cifra complessiva che inserisce questo sconcertante dato di emissioni di prodotti che non vengono neanche utilizzati, al terzo posto nella classifica dei maggiori emettitori di Co2 a livello mondiale dopo Cina e Stati Uniti.

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