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AgireOra - Per combattere la denutrizione: s? ai prodotti vegetali locali, no agli alimenti di origine animale

Vegetali locali potrebbero aiutare a risolvere la crisi alimentare africana e far rinascere le deboli economie rurali

13/11/2006

Un interessante articolo e' stato pubblicato il 31 ottobre dal "The National Academies", intitolato "Vegetali locali potrebbero aiutare a risolvere la crisi alimentare africana e far rinascere le deboli economie rurali", che conferma ancora una volta che l'unica possibilità per nutrire tutti è quella di consumare direttamente vegetali, e come il consumo di alimenti animali sia una delle cause che influenzano pesantemente, in negativo, il problema della fame nel mondo.

Negli ultimi decenni, varie istituzioni pubbliche e private hanno promosso attivamente la diffusione di allevamenti di bestiame su larga scala, per la produzione di carne e latte, nei paesi in via di sviluppo, nonché la trasformazione delle colture tradizionali che producevano cibo per il consumo diretto umano a coltivazione di mangimi per animali; dato che i prodotti animali sono tra le fonti alimentari meno efficienti che esistano, questa politica, lungi dal combattere la fame, non farà altro che esacerbare il problema.

Nei paesi in via di sviluppo, la maggior parte delle persone che riescono a nutrirsi in maniera adeguata consumano pochissimi (o per nulla) prodotti animali, eppure la loro dieta - formata per lo più da cereali, legumi, verdura e frutta - soddisfa tutti i requisiti nutrizionali. Un numero molto maggiore di persone potrebbero nutrirsi adeguatamente con questo tipo di dieta, consumando le stesse risorse, rispetto al numero di persone che si possono nutrire con una dieta a più alto contenuto di alimenti animali.

Ed è proprio questo aspetto che il nuovo dossier del National Reserch Council conferma, sottolineando quanto sia importante per risolvere la crisi alimentare africana tornare a coltivare e consumare i vegetali tradizionali di quei luoghi, nutrienti e adattati all'ambiente.

Riportiamo qui per intero la traduzione della notizia pubblicata sul "The National Academies", che contiene dati interessanti e utili.

Vegetali locali potrebbero aiutare a risolvere la crisi alimentare africana e far rinascere le deboli economie rurali

Strumenti efficaci per affrontare molti problemi di base nell'Africa sub-sahariana – ovvero fame, malnutrizione e povertà rurale – potrebbero letteralmente saltar fuori dalla terra. La regione è la zona di provenienza di centinaia di vegetali locali che hanno nutrito gli africani per decine di migliaia di anni. La maggior parte di queste piante sono adatte per crescere in suoli poveri ed in piccoli appezzamenti con risorse limitate tipici dei villaggi. Queste specie, tuttavia, ricevono poca o nessuna attenzione dalla comunità scientifica. Un maggiore sforzo nell'esplorare il potenziale di questi vegetali potrebbe portare ad una produttività agricola maggiore, a riserve di cibo più stabili, e maggiori guadagni nelle aree rurali nel continente, sostiene un nuovo rapporto dal Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Il rapporto esamina le potenzialità di 18 vegetali africani, che potrebbero aiutare ad alimentare la popolazione in crescita del continente e a raggiungere uno sviluppo sostenibile. Questi vegetali locali – tra i quali sono inclusi l'amaranto, i fagioli dell'occhio, e l'egusi – sono ancora conservati in molte zone dell'Africa, ma sono solitamente ignorati da scienziati e agenti del governo nel resto del mondo. In passato, queste piante locali sono state giudicate meno interessanti dei famosi vegetali introdotti in Africa da altre parti del mondo. Ma poiché pochi vegetali del luogo sono stati studiati in modo approfondito, le informazioni che si hanno su di essi sono spesso vecchie, difficili da trovare o principalmente aneddotiche. Il rapporto enfatizza che nonostante questa disinformazione, questi vegetali hanno diversi vantaggi.

Sebbene la velocità di crescita del fenomeno della fame cronica sia lentamente diminuita nell'Africa sub-sahariana, circa un terzo della popolazione della regione non ha il cibo necessario per coprire il fabbisogno giornaliero. La stessa proporzione di bambini è malnutrita, e il numero delle persone povere è in continuo aumento. Il rapporto informa che con un maggiore supporto da parte della comunità scientifica e la promozione di politiche sociali adeguate, i vegetali locali potrebbero velocemente dare un grosso contributo socio-economico a molte nazioni africane, aiutando ad affrontare questo tipo di problemi. Un maggiore sviluppo di queste piante andrebbe a vantaggio principalmente delle donne, che rappresentano una larga fetta degli agricoltori rurali.

AMARANTO - Questo è, in tutte le umide pianure africane, il più consumato tra i vegetali cotti. La qualità delle sue proteine è eccezionale, e le foglie forniscono vitamina C e minerali importanti, specialmente ferro e calcio. È facile da produrre e cresce così velocemente che il primo raccolto a volte può essere fatto tre settimane dopo la semina.

FAGIOLO BAMBARA - Capace di crescere in climi caldi e secchi, questo legume produce semi che vengono tipicamente bolliti, arrostiti o fritti, quindi macinati e mescolati in molti piatti tradizionali. I semi sono composti da circa il 60% di carboidrati, il 20% di proteine e il 7% di grass. Il rapporto informa che il bilancio nutrizionale è talmente buono che molti consumatori sostengono che potrebbero vivere esclusivamente di questi semi.

BAOBAB - Le foglie di questo albero, che forniscono proteine, vitamine e minerali, sono a volte cotte al vapore e mangiate come contorno. Più spesso, sono cotte in zuppe, stufate, in salsa e condite. Il baobab è produttivo durante tutta la stagione delle piogge, ed il raccolto in eccedenza può essere essiccato. Lo studio sul frutto del baobab sarà incluso nel prossimo rapporto del consiglio delle ricerche sui frutti africani.

CELOSIA - Questa pianta autosufficiente è semplice da far crescere e le giovani e fresche foglie, i gambi e le spine dei suoi fiori sono usati per fare una zuppa nutriente comune nell'Africa occidentale.

FAGIOLI DELL'OCCHIO - Si stima che 200 milioni di persone vivano di questa pianta, consumandone giornalmente i semi quando sono disponibili. Tuttavia questo fagiolo è ancora lontano dal raggiungimento del suo massimo potenziale. I fagioli dell'occhio sono ricchi in proteine ed in carboidrati digeribili, e la pianta può sopravvivere in aree estremamente secche.

DIKA - Il frutto di questo albero è diffuso in alcune aree, ma i semi sono la sua risorsa maggiore. Questi cosiddetti "noci di dika", simili agli anacardi, possono essere mangiati crudi o arrostiti. Spesso sono macinati e mescolati con spezie per formare l'ingrediente chiave della "zuppa ogbono", un piatto popolare nell'Africa centrale e occidentale. Il seme è ricco in oli e proteine, ed il frutto ha più vitamina C di ananas ed arance. Il Dika cresce nelle foreste di sempreverdi e si adatta bene a climi caldi ed umidi.

MELANZANA - Come il suo più noto cugino asiatico, la specie africana è costituita da un frutto a forma di uovo di colore brillante. Ha una resa elevata, è facile da coltivare e semplice da raccogliere e maneggiare. Il frutto si conserva fino a tre mesi.

EGUSI - Questo prodotto agricolo simile al melone è coltivato per i suoi grossi semi, che sono una componente di molti piatti dell'africa occidentale. I semi macinati sono usati per addensare stufati o per realizzare polpette vegetali. Possono anche venire arrostiti e macinati. Ricchi di grassi e proteine, i semi contengono anche notevoli quantità di minerali e vitamine, specialmente tiamina e niacina, e possono fornire cibo per tutto l'anno. Inoltre, la pianta sopravvive in climi secchi e difficili, dove la malnutrizione infantile è elevata. L'egusi è popolare nei mercati tropicali ed è venduto via internet in tutto il mondo.

ENSET - Si stima che 10 milioni di persone consumino questo arbusto, che è molto comune negli altipiani più densamente popolati dell'Etiopia ed ancora sconosciuto altrove. Ogni parte della pianta è utilizzabile.

LABLAB - E' relativamente sconosciuto nelle moderne abitudini alimentari africane, ma i semi sono un'ottima fonte di energia. Le foglie sono ricche in proteine e ferro. Il lablab è utile anche per sopprimere piante parassite.

CARRUBA - L'albero di questo legume, una fonte di energia concentrata e bilanciata, può crescere più di 20 metri. I suoi baccelli contengono semi ed una polpa zuccherina. I semi sono comunemente fatti fermentare per ottenere il dawadawa, un prodotto solido simile a formaggio, ricco in proteine, vitamine e calorie. I semi maturano nella stagione secca, tradizionalmente periodo di carestie. Il rapporto asserisce che questa singola specie fornisce possibili risposte sia per il problema del cibo che per la copertura arborea.

FAGIOLO ALLUNGATO - E' una specie di fagiolo dall'occhio, molto sottile e di lunghezza fino ad un metro. La pianta di questo fagiolo cresce in climi caldi ed umidi e può produrre velocemente molto cibo in piccoli spazi. Sono già popolari in parte dell'Asia, e vengono preparati come fagiolini.

MARAMA - Sopra la terra, questa pianta produce semi che competono con arachidi e fagioli di soia in termini di qualità nutrizionali. Sotto terra, produce un tubero altamente proteico più grande della barbabietola da zucchero e più nutriente di patate e patate dolci. Il rapporto dice inoltre che poiché il marama è una pianta selvatica del deserto sudafricano, che potrebbe risultare impossibile produrre in grandi quantità sia in queste zone che altrove, vanno effettuate ulteriori ricerche e test nutrizionali.

MORINGA - Questo albero rugoso e resistente fornisce almeno quattro parti edibili: baccelli, foglie, semi e radici. Fornisce anche molti degli ingredienti base per prodotti che rendono la vita dei villaggi più autosufficiente, come olio da lampade, legno, carta e combustibile liquido. I baccelli verdi hanno un sapore simile agli asparagi e forniscono aminoacidi essenziali, minerali e vitamine A, B e C. In vari paesi le foglioline più piccole vengono bollite e mangiate come gli spinaci. Il rapporto aggiunge che i semi possono anche aiutare a purificare l'acqua.

PATATE LOCALI - Sono più piccole delle patate commerciali moderne, ma contengono circa il doppio delle proteine. Una porzione standard fornisce anche una grande percentuale del fabbisogno giornaliero di calcio e vitamina A, e più del fabbisogno raccomandato per quanto riguarda il ferro. Le piante sono robuste e di grande resa.

OKRA - Robusta, di crescita veloce e produttiva, l'okra raramente soccombe a parassiti e malattie. Si adatta a molti climi difficili e fornisce tre prodotti commestibili: baccelli, foglie e semi, tutti con un certo valore alimentare.

SHEA - Le noci ovali dell'albero di Shea producono un grasso vegetale solido usato per migliorare il sapore, la consistenza e la digeribilità dei piatti regionali. Molti africani lo usano anche per la cura della pelle, ed il prodotto è diventato un ingrediente in molti cosmetici in tutto il pianeta.

YAMBEAN - I semi dello yambean hanno un contenuto proteico del 25% ed hanno livelli di amminoacidi essenziali che possono arrivare ad eguagliare quelli dei fagioli di soia. I tuberi della pianta hanno più del doppio delle proteine delle patate dolci, delle patate americane e delle patate bianche, e più di dieci volte la quantità di proteine della manioca. Lo yambean africano cresce facilmente ed è adatto ai climi tropicali. Il rapporto afferma che potrebbe potenzialmente giovare a milioni di persone malnutrite. Inoltre, osservazioni preliminari mostrano che potrebbe essere efficacemente usato per la rotazione delle piantagioni e per tenere unito il suolo, oltre che come copertura per terreni.

Un rapporto collegato, la cui uscita è prevista per questo inverno, descriverà in dettaglio le potenzialità dei frutti indigeni dell'Africa, inclusi i butterfruits, le mele custard e la marula. Questi due rapporti formeranno il secondo e terzo volume di una serie. 

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