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ANMVI - LiberOscar - Dal Libano agli USA. Così sono stati salvati trecento cani e gatti.

“E’ la più grande operazione di salvataggio nei confronti degli animali che l’America ha effettuato oltreoceano nella sua storia”

28/09/2006

 (dal quotidiano Libero del 28 Settembre 2006) - “E’ la più grande operazione di salvataggio nei confronti degli animali che l’America ha effettuato oltreoceano nella sua storia”, ha affermato Michael Mountain, presidente della Utah-based Best Friends. Pecca di modestia, Michael, aggiungo io. È il più grande salvataggio di animali da compagnia, nella storia dell’uomo. Oltre 300, tra cani e gatti, sono stati trasportati, lunedì scorso, dal Libano verso gli Stati Uniti.
Questi animali sono anch’essi, in parte, orfani di guerra. Molti rappresentano il dramma nel dramma di chi è dovuto fuggire dalle proprie case, abbandonando occhi sgranati e increduli, code esitanti e orecchie piegate dal rumore della guerra. Personale delle ambasciate, dei consolati, parenti di militari, uomini e donne d’affari, tutti in fuga verso le loro terre d’origine. Non c’era posto per cani e gatti sugli elicotteri, e sugli aerei che portavano in salvo i loro proprietari. Ragioni di sicurezza, non di crudeltà, ne impedivano il trasporto. Ma i loro padroni e le associazioni zoofile di tutto il mondo non si sono dimenticati di loro, come l’opinione pubblica che ha fatto pressione per sottrarli dall’inferno di Beirut. Poi, c’erano gli animali abbandonati dai libanesi in fuga dalle zone più bollenti. Jutta Sold, un giovane tedesco, che presta la sua opera in Libano come volontario animalista, ha dichiarato: “Qui è molto diversa la situazione dei rapporti tra uomini e animali, rispetto all’Europa o agli Stati Uniti. In Libano molti hanno paura degli animali e ci hanno pensato poco a dargli un calcio nel sedere quando si è trattato di fuggire”.
Per Mona Knoury, che si è presa cura di questi animali nelle ultime settimane, l’operazione di salvataggio si è tinta di tristezza. “Sono cresciuta con loro”, ha dichiarato all’Associated Press, “e adesso che se ne vanno, mi sento veramente molto triste, anche se sono consapevole che troveranno buone mani ad attenderli e avranno una vita migliore rispetto a questi luoghi di morte e rovina”. 

Oscar Grazioli

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