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ANMVI - LiberOscar - Quei cavalli macellati che disonorano l'ippica di Sua Maestà.

“Quei cavalli macellati che disonorano la nostra ippica”. Così titola l’articolo, scritto da Antony Barnett, sull’autorevole Observer.

03/10/2006

 (dal quotidiano Libero del 03 Ottobre 2006) - “Quei cavalli macellati che disonorano la nostra ippica”. Così titola l’articolo, scritto da Antony Barnett, sull’autorevole Observer.
Lo “sport dei re”, pieno di fascino e mistero, subisce un durissimo colpo, nella coscienza di un popolo che vanta la maggiore tradizione mondiale nella protezione degli animali e nell’amore dei cavalli.
Ben pochi dei cavalli che hanno corso sulle piste della Gran Bretagna finiscono i loro giorni serenamente nei verdi pascoli delle colline inglesi. A migliaia ricevono, come regalo per i loro servigi, una pallottola nella tempia e le loro carcasse vengono caricate sui camion frigoriferi che le trasportano in Francia, Paese in cui la carne equina è particolarmente apprezzata. La maggior parte di questi nobili animali, che potrebbero vivere oltre i trent’anni, finisce così la sua vita prima di compierne cinque, quando, troppo vecchi per correre o saltare, la pistola ne fracassa il cranio e la lama del macellaio affonda nei possenti muscoli. Questo business infamante e multimiliardario non è per nulla illegale e le associazioni a difesa degli animali, da anni invocano leggi e fondi destinati al mantenimento degli equini impiegati negli ippodromi. L’inchiesta segreta dell’Observer denuncia che da sei a diecimila cavalli, che già hanno alimentato i guadagni degli scommettitori, ogni anno vengano macellati in mattatoi invisibili e difficili da raggiungere, nei cui cortili stazionano i camion della morte, senza alcuna scritta sulle fiancate. La pubblicità, per quest’operazione, non è gradita da chi organizza e ci lucra milioni di sterline. 

Oscar Grazioli

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