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LAV - Caccia: la Camera vota Decreto 251/06

Prosegue oggi alla Camera la discussione per la conversione in legge del decreto n.251 del 16 agosto 2006

28/09/2006

"Prosegue oggi alla Camera la discussione per la conversione in legge del decreto n.251 del 16 agosto 2006, che prevede interventi che mirano a gestire l’attività venatoria nel pieno rispetto delle normative europee. Ciò allo scopo di evitare le sanzioni che, all’orizzonte, si prospettano per il nostro Paese come conseguenza delle numerose procedure di infrazione aperte dalla Corte di Giustizia Europea, a seguito dell’interpretazione, in chiave filo-venatoria, del cosiddetto prelievo in deroga, da parte di alcune regioni italiane, Veneto in testa. Il confronto fra maggioranza ed opposizione è molto acceso, al punto che, all’interno della stessa maggioranza, vi sono partiti che hanno già annunciato che il testo, così com’è uscito dai lavori in Commissione, non sia neppure da prendere in considerazione.
“Già il testo originale del Decreto, sottoscritto dai ministri Pecoraro Scanio e De Castro non ci soddisfaceva appieno – dichiara Massimo Vitturi, responsabile nazionale LAV caccia e fauna selvatica – ma ora, dopo gli attacchi portati in Commissione Agricoltura dalle associazioni venatorie e dopo i ricatti delle regioni, quello che sarà votato oggi in Aula non avrà alcun effetto positivo sulla fauna selvatica.”
Il testo originale del Decreto poteva segnare un primo, piccolo ma positivo passo in direzione di una maggiore tutela della fauna selvatica e dell’ambiente. Dopo anni di totale deregulation venatoria, a favore degli estremisti della doppietta, questa poteva essere l’occasione per dare un segnale positivo, un segnale che tenesse conto dell’opinione della maggioranza della popolazione italiana che vorrebbe la chiusura definitiva della caccia. Neppure l’impegno pubblico dell’attuale maggioranza, riportato a pag. 153 del Programma di Governo, che prevede l’assoluto rispetto delle normative comunitarie in tema di caccia, è stato sufficiente per proporre un testo più “coraggioso”, che finalmente fissasse misure più restrittive per l’attività venatoria.
Una volta di più – conclude la LAV – la caccia si conferma terreno di scontro molto aspro, addirittura molto più scottante di tanti altri temi politici. E’ un chiaro segnale che gli interessi in gioco sono molto forti. Anche in questa occasione si deve constatare che nei giochi politici, praticati con estrema disinvoltura per accaparrarsi i consensi elettorali dei cacciatori, gli unici veri sconfitti saranno i 100 milioni di animali che fino al 31 gennaio 2007 saranno abbattuti per soddisfare la “passione” di una esigua minoranza della popolazione: quell’1% scarso rappresentato dai cacciatori.

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