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LAV - Tolmezzo (UD): no all'asta dei cuccioli

Venticinque cuccioli di cane rischiano di finire “dalla padella alla brace”

19/12/2006

Venticinque cuccioli di cane rischiano di finire “dalla padella alla brace”: sono stati salvati tre settimane fa dalla Guardia di Finanza di Tarvisio (Udine) che li ha sequestrati a un cittadino ceco che li deteneva, in attesa di venderli, stipati nel bagagliaio dell’auto in stato di choc e di stress, ammassati senza acqua e senza cibo, compressi all'inverosimile in ceste e gabbiette varie di plastica che impedivano loro ogni movimento, senza alcun documento sanitario obbligatorio, tatuaggio o microchip. I 25 cuccioli ora rischiano di finire comunque nelle mani dei commercianti, o di chiunque voglia speculare su di loro senza garanzie di alcuna minima tutela, se non sarà annullata per sabato 23 dicembre, l’asta indetta dalla Procura della Repubblica di Tolmezzo (Udine), per la loro vendita.

Per il maltrattamento cui ha sottoposto gli animali, il responsabile rischia una multa fino a 15.000 euro nonché la reclusione fino a 18 mesi, secondo l’art 544 ter c.p. introdotto dalla nuova normativa a tutela degli animali. Ma l’applicazione di tale legge risulta essere parziale: se da un lato si applica il reato di maltrattamento ex 544 ter, dall’altro non è stato applicato l’art. 19 quater della stessa legge che prevede l’affido degli animali sequestrati alle associazioni animaliste che lo richiedano.

Lo denuncia la LAV che si è vista respingere per due volte dal PM la richiesta di affidamento degli animali, effettuata ai sensi della Legge 189 del 2004 a tutela degli animali, e che ora ha presentato una nuova richiesta in tal senso al Giudice per le Indagini Preliminari, oltre a formulare un appello per l’intervento del Ministro della Giustizia Clemente Mastella per una piena applicazione della legge a tutela degli animali.

“Il comportamento del Pubblico Ministero Letizia Puppa è basato sulla volontà di non continuare a spendere i soldi necessari al mantenimento in canile dei cuccioli, ma se avesse aderito alla nostra richiesta avrebbe già fatto risparmiare alle casse pubbliche quasi mille euro, visto che la normativa da due anni dispone che gli animali oggetto di sequestro o confisca vengano affidati ad associazioni animaliste – commenta Carla Campanaro, Ufficio legale LAV – Tale rifiuto è ancora più inspiegabile poiché non si tratta di cancellare un’asta di oggetti, peraltro indetta appena tre giorni dopo il sequestro precludendo dunque la possibilità alle associazioni animaliste di poter intervenire, ma di assicurare prima di tutto il benessere ai cani, ragione per cui è stato instaurato il processo”.

Qualora l’asta non fosse annullata, la LAV fa appello a quanti possano garantire una casa e un futuro sereno e pieno di affetto a questi cuccioli, affinché intervengano partecipando alla vendita che si terrà presso la Procura della Repubblica di Tolmezzo (Udine), per evitare che finiscano comunque dietro le vetrine di qualche negozio.

“Siamo preoccupati che la sorte degli animali non venga tenuta in considerazione, un precedente pericoloso da un punto di vista legale tanto più in una Regione come il Friuli-Venezia Giulia, crocevia di traffici di cuccioli dall’Est europeo indirizzati al mercato italiano”, conclude Carmen Caballero, coordinatrice regionale LAV Friuli-Venezia Giulia.

www.infolav.org