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LIPU - Caccia e ZPS

Ministro De Castro conferma fine del provvedimento

12/10/2006

 “Le Zone di Protezione Speciale e i Siti di Importanza Comunitaria tornano ad essere aree protette a tutti gli effetti e dunque per esse valgono le misure previste dalla legge 394. Nessuna regola che sia meno incisiva di quelle, come ci dicono le ordinanze dei tribunali, può sostituirsi ad esse. Quindi, per cominciare, immediata sospensione della caccia in tutti i SIC e le ZPS e, laddove i piani faunistici e i calendari venatori non prevedano la tutela di queste aree, sospensione dell’intera attività venatoria. Governo e regioni diano precise indicazioni su questo punto che, ricordiamolo, implica aspetti penali”.
Queste le prime inevitabili richieste della LIPU all’indomani dell’incontro con il Ministro De Castro, svoltosi nella serata di mercoledì 11 ottobre, da cui è giunta conferma di quanto ormai evidente: il decreto su ZPS e caccia in deroga non sarà convertito in legge.“Prendiamo atto con rammarico del naufragio del decreto – afferma Claudio Celada, Direttore Conservazione Natura LIPU–BirdLife Italia - e intanto evidenziamo la sua prima, immediata conseguenza: i siti di Rete Natura 2000 vengono ricompresi nel contesto della Legge 394 del 1991, che li salvaguarderà fino alla previsione di quelle misure di conservazione che tuttavia non dovranno risultare meno stringenti di queste. Dunque, per fare un esempio, non basteranno misure regionali deboli, magari previste con semplice delibera e solo per raggirare il divieto assoluto di caccia. O le regole saranno serie, rigorose, adeguate o la loro valenza, come ci hanno detto TAR e Consiglio di Stato, sarà di fatto nulla.
“Certo – conclude Celada - il decreto 251 era un’occasione preziosa per dare alcune delle risposte necessarie alle ormai scottanti questioni della caccia in deroga e delle misure di conservazione per Rete Natura 2000, almeno nelle linee generali. Il suo fallimento non esime lo Stato, il Governo, il Parlamento dall’intervenire subito, perché la Rete Natura 2000 non può più attendere e così la procedura di infrazione dell’Unione europea”.“C’è delusione per una grande occasione sprecata – aggiunge Danilo Selvaggi, Responsabile Rapporti Istituzionali della LIPU - ma anche la sorpresa e persino l’incredulità per come si è inteso fiaccare le valenze del decreto, che già dalla Commissione Agricoltura della Camera era uscito debolissimo e che a fine percorso parlamentare sarebbe risultato irriconoscibile. L’incredulità sta anche nel fatto che il decreto mirava a riempire debolezze o vuoti legislativi, come quello su Rete Natura 2000, e a sanare la gravissima situazione italiana sulla caccia in deroga. Su quest’ultimo punto, neanche è valso il rischio concreto di una multa miliardaria da parte dell’Unione Europea che, a meno di un intervento in extremis del Governo, arriverà e graverà su agricoltori e cittadini italiani, chiamati a pagare il dolo di cacciatori e amministrazioni consenzienti. Ma il punto vero è che se non si risolve il deficit italiano sulle tematiche naturalistiche, che ad oggi appare molto serio, altre procedure e condanne si aggiungeranno e, soprattutto, altri danni irreparabili saranno arrecati al patrimonio naturale. La situazione è insomma grave: lo Stato ne riprenda il controllo ed eserciti realmente e a pieno quel ruolo di tutore della biodiversità che la Costituzione gli assegna. Ne va delle tasche dei cittadini e della salute dell’ambiente naturale”. 

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