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PrimaDaNoi - Il referto medico, "camosci morti perché già malati". Ma scoppiano le polemiche.

ABRUZZO. I due esemplari erano già affetti da « malattie parassitarie ad evoluzione cronica», secondo le analisi dell’Istituto zooprofilattico di Teramo e un «quadro clinico complicato» ha fatto precipitare la situazione. Allarmato il gruppo Camoscio Italia: «sulla fauna del Parco d’Abruzzo, circolano sempre informazioni poco chiare, non obiettive e disconcordanti».

02/10/2006

Sono stati resi noti i referti di necroscopia riguardanti l’anatomia patologica dei due camosci deceduti durante le operazioni di cattura per il trasferimento al Parco nazionale dei monti Sibillini.
Sul camoscio femmina è emersa la presenza di «cisti parassitarie a carico del peritoneo. Segni di una pregressa peritonite con sviluppo di numerose aderenze fibrinose viscerali». Inoltre è stato evidenziato: «edema polmonare e suffusioni emorragiche nell’intero parenchima polmonare. Congestione della trachea e segni di intenso spasmo laringeo».
Per quanto riguarda il secondo animale, di sesso maschile, presentava secondo il referto medico «cisti parassitarie a carico del peritoneo. Edema polmonare, suffusioni emorragiche nell’ambito dei polmoni. Congestione della trachea e segni di un intenso spasmo laringeo. Vaste aree di polmonite parassitari».
I referti necroscopici dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo hanno quindi evidenziato che i due animali presentavano delle lesioni «anatomopatologiche preesistenti e riferibili a malattie parassitarie ad evoluzione cronica». Conseguentemente, in base a quanto rilevato durante gli esami, «si desume che la causa ultima di morte, possa essere riconducibile ad una serie di fattori non prevedibili ad evoluzione iperacuta (edema e spasmo laringeo) in un quadro clinico già abbastanza compromesso (polmonite e cisti parassitarie diffuse)».

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