Il WWF Internazionale ha lanciato un'azione di pressione online per chiedere lo stop alla caccia all'orso in Slovenia. Il governo sloveno ha intenzione di uccidere 100 esemplari all'anno
04/11/2006
Il WWF Internazionale ha lanciato un'azione di pressione online per chiedere lo stop alla caccia all'orso in Slovenia, una delle prime nazioni Europee a proteggere l’orso bruno. La Slovenia intende aumentare fino a 100 la quota di orsi cacciabili ogni anno, decimando così la sua popolazione di orsi, sterminandoli in maniera non scientifica e non sostenibile.
Prima della adesione all’Unione Europea ogni anno venivano uccisi dai cacciatori circa 50 orsi all’anno. Ma nel 2002 il governo ha aumentato in maniera drastica la quota, fino a 100 individui. Effettivamente quell'anno sono stati uccisi 116 orsi, un quarto della popolazione totale stimata in tutta la nazione. Comunque a seguito della proteste internazionali e alle pressioni delle nazioni confinanti e della UE, la quota è stata ridotta negli anni successivi.
Uno splendido paesaggio sloveno
Ma ora il governo ha di nuovo annunciato che aumenterà la quota cacciabile fino a 100 orsi. A questa quota bisogna aggiungere i molti animali che ogni anno sono uccisi in Slovenia sulle strade o lungo le ferrovie. Bisogna passare urgentemente all’azione dato che la stagione di caccia raggiungerà il suo picco nello spazio di poche settimane.
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I favorevoli alla caccia affermano che bisogna aumentare la quota perché gli orsi causano danni all’agricoltura e mettono in pericolo la comunità locali. Ma uccidere più orsi non è la risposta e in realtà vanifica i programmi di conservazione esistenti. Questi programmi hanno lo scopo di assicurare la conservazione degli orsi bruni e, allo stesso tempo, ridurre la conflittualità tra le specie e le popolazione umane locali.
Questa caccia massiccia avrà conseguenze drammatiche per le specie in tutta Europa, dato che la popolazione di orsi della Slovenia è uno degli ultimi nuclei vitali del continente. Molti animali sconfinano nei paesi vicini, e la popolazione è particolarmente importante nei progetti di reintroduzione dell’orso in Austria, Italia e Francia, che hanno popolazioni alpine ridottissime e frammentate.