Vai ai contenuti

ENPA - UE, predto il carcere per chi commette ecocrimini

La direttiva sull'ambiente

09/02/2007

L’Enpa auspica una rapida approvazione della direttiva sull’ambiente che domani sarà presentata dalla Commissione europea; si tratta di un iniziativa promossa da Franco Frattini e Stavros Dimas, entrambi da tempo schierati per una politica più impegnata sulla tutela del nostro patrimonio naturale. Se approvata, questa direttiva dell’Ue prevede che per i crimini ambientali scatti una sanzione penale, oltre a quella pecuniaria già prevista, per esprimere la “disapprovazione sociale”.
Fondamentale per la Protezione Animali è il passaggio del testo che condanna non solo lo scarico di materiali o radiazioni nell'ambiente in caso di “morte o gravi lesioni a persone”, ma anche per chi immetta sostanze nocive “alla qualità dell'aria, della terra o dell'acqua, della fauna o della flora”, perché riconosce l’autentico valore della biodiversità. Ma anche il settimo dei nove reati considerati nella proposta è particolarmente importante per chi ha a cuore gli interessi degli animali, perché intende punire severamente il “possesso, cattura, uccisione, danneggiamento o commercio illecito di specie animali e vegetali protette o di parti di esse”, un traffico che l’Enpa contrasta da anni, chiedendo maggiori controlli a tutela delle vittime.
Le proposte di pena detentiva, che contemplano il carcere fino a 10 anni per i reati più gravi, o il pagamento di multe fino a 1.500.000 euro per le organizzazioni criminali, sono ancora piuttosto miti, se si considera che un danno ambientale colpisce tutti gli esseri viventi di quell’habitat non solo nell’imminente periodo successivo al reato, ma per decenni, con gravi difficoltà di ripristino dello stato originario.
Per Andrea Brutti, responsabile dell’Ufficio Fauna Selvatica dell’Enpa, “È un passo avanti decisivo nella tutela, ci auguriamo che questo documento non solo sia approvato in breve, ma vada a costituire una base di partenza per un maggiore coinvolgimento anche dei singoli Paesi membri, che dovranno garantire entro 18 mesi un adeguamento delle norme nazionali”. L’Italia finora non si è distinta positivamente sul fronte della protezione ambientale, come attestato dalle numerose procedure di infrazione che l’Ue ha aperto nei confronti della Penisola. L’Enpa sottolinea che sarebbe opportuno colpire i responsabili dei reati e non far pesare sul resto della cittadinanza il costo del risarcimento, come sta attualmente avvenendo

www.enpa.it