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ENPA - Video di violenze choc su animali diffuse in rete

si chiede un inteervento immediato dei provider

04/01/2007

Animali torturati, picchiati uccisi, appaiono ogni giorno sulle pagine web: si tratta di reati che nella maggior parte dei casi non vengono puniti, i cui responsabili restano liberi di continuare a commettere atrocità. L’Enpa chiede che, come sta avvenendo in ottemperanza del decreto antipedofilia in rete, i provider che forniscono il servizio si impegnino a impedire la diffusione di materiale di questo tipo, così da arginare un fenomeno che cresce a macchia d’olio, in un clima che sembra avallare la diffusione di immagini violente in rete.
Il sadismo nei confronti degli animali è un reato, in modo analogo a ogni tipo di comportamento che danneggi fisicamente un animale o implichi un comportamento innaturale per la sua indole. L’esibizione di atti violenti nei confronti di animali – o in modo ancora più drammatico, come nei noti recenti casi di violenza verso un ragazzo con sindrome di down o contro donne indifese – è però un’aggravante rispetto all’atto in sé, perché aggiunge alla crudeltà del gesto anche la responsabilità di un incitamento a ripeterlo.
C’è ad esempio una serie di video che gira da tempo in rete, cambiando indirizzo internet ma riproponendo sempre gli stessi indescrivibili orrori: una donna che calpesta animali di ogni sorta, dalle lumache ai gatti, “divertendosi” nell’atto di ucciderli lentamente. Ma se questo può apparire un caso estremo, anche adolescenti filmano con i cellulari episodi inquietanti: un gatto lanciato da una scarpata, uno scoiattolo attirato con un esca e sbattuto con violenza con una catapulta rudimentale contro un albero, una tartaruga bruciata viva, un piccolo felino addirittura decapitato. In un caso, un papà incita una bimba a picchiare il gatto che tenta debolmente una difesa senza speranza. E non parliamo di siti con limiti di accesso, ma di motori di ricerca tra i più gettonati: Google, Youtube, Libero, cui l’Enpa chiede di autoregolamentarsi per fornire un servizio etico oltre che pratico e non incentivare la diffusione di materiale di questo tipo, che, è importante sottolinearlo, viene girato in Italia molto di frequente, come le voci di sottofondo attestano senza possibilità di equivoci.
A tutela dei bambini che spesso navigano in rete, oltre che delle stesse vittime, gli animali, che vengono usati per fare scalpore e catturare attenzione in modi vergognosi, la Protezione Animali chiede un impegno deciso per fermare questo massacro che rischia anche, passando per internet, di anestetizzare le coscienze di chi vede talmente tante violenze da farci l’abitudine.

www.enpa.it