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LAV - Salve le volpi condannate a morte

a Rovigo

08/02/2007

“La LAV esprime grande soddisfazione per la decisione presa dal Consiglio di Stato che ha accolto la richiesta di sospensiva, presentata dalla LAV, del provvedimento della provincia di Rovigo che disponeva l’abbattimento delle volpi negli anni 2007 e 2008, e ringrazia l'Avv. Valentina Stefutti, che l'ha assistita nel procedimento.

“(…) i provvedimenti relativi al controllo della volpe impugnati in primo grado risultano difformi dal paradigma normativo di cui al combinato disposto dell’art. 19 della legge quadro n. 157/1992 e dell’art.17, comma 2, L.R. n. 50/1993, nella misura in cui: a) non risulta intervenuta la necessaria verifica, da parte dell’INFS, in ordine alla inadeguatezza di quei metodi ecologici considerati dalla legge prioritari rispetto ai sussidiari sistemi di abbattimento; b) manca un’adeguata motivazione in ordine alla necessità della misura selettiva ai fini della tutela degli interessi di cui alle norme in parola, tale non potendo essere il mero interesse alla caccia di specie animali antagoniste della volpe”: queste le motivazioni espresse dal Consiglio di Stato, la cui decisione annulla la precedente sentenza del TAR Veneto, che aveva dato ragione alla Provincia di Rovigo e agli interessi dei cacciatori.

“Il ricorso al Consiglio di Stato è stata l’unica risorsa che ci rimaneva, dopo il rifiuto espresso dalla Provincia nei confronti della nostra proposta – dichiara Massimo Vitturi, responsabile del settore caccia e fauna selvatica della LAV – soprattutto in ordine alla sospensione degli abbattimenti”.

La LAV, infatti, in seguito agli incontri con l’Assessore provinciale alle Risorse faunistiche della Provincia di Rovigo, Gino Sandro Spinello, aveva elaborato un piano di contenimento ecologico della popolazione di volpe, senza alcuna previsione di abbattimenti). Il piano, elaborato in collaborazione con tecnici faunisti del WWF era basato su una corposa bibliografia prodotta da studiosi di rilievo, e proponeva un approccio scientifico che, svincolato da ogni coinvolgimento ideologico, escludeva il ricorso alle doppiette. Tale piano, però, non aveva trovato gradimento da parte dell’assessorato alle risorse faunistiche e dei funzionari competenti della provincia di Rovigo, evidentemente poco propensi agli approcci scientifici al problema, ma molto sensibili alle richieste provenienti dal mondo venatorio.

Ma è bastata una sola udienza al Consiglio di Stato per riconoscere la fondatezza delle eccezioni formulate dalla LAV, e pronunciare, quindi, l’ordinanza di sospensione del piano provinciale.

“E’ una grande vittoria, una vittoria per tutti noi che fin da subito abbiamo ritenuto che non esistesse alcuna giustificazione morale e scientifica per l’uccisione delle volpi - sottolinea Sandro Guolo, responsabile della sede LAV di Rovigo - ma è soprattutto una vittoria per le centinaia di volpi e di loro cuccioli, che sono stati sottratti all’arroganza dei cacciatori che li voleva morti unicamente perché loro competitori”.

“L’ordinanza di sospensiva emessa dal Consiglio di Stato – conclude Vitturi – ha sostanzialmente confermato il principio secondo cui la salvaguardia degli animali ha un valore superiore rispetto all’eventuale affievolimento dell’interesse a cacciare. E’ un pronunciamento che servirà di monito per tutte quelle Province italiane che troppo spesso sono molto più sensibili alle richieste dei cacciatori più estremisti, piuttosto che al rispetto delle norme e delle procedure previste dalle leggi nazionali”.

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