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LAV - Trasporto animali

nuovo regolamento UE

04/01/2007

In vigore, dal 5 gennaio, il nuovo Regolamento sulla protezione degli animali, destinati alla macellazione o all’ingrasso, durante il trasporto, approvato dall’Unione Europea il 1° gennaio 2005. A 19 anni dalla prima Direttiva europea sul trasporto degli animali, e dopo le innumerevoli normative nazionali, il nuovo Regolamento non rappresenta esattamente un passo in avanti per il benessere degli animali, né verso la totale abolizione dei trasporti di animali vivi in “favore” del trasporto di carni già macellate, traguardo possibile ma sempre più lontano, seppure praticabile da un punto di vista economico e più sicuro dal punto di vista sanitario. Il nuovo Regolamento sarà immediatamente applicabile a tutti i Paesi dell’UE senza bisogno di norme nazionali di recepimento e abrogherà la precedente normativa, mentre il sistema delle sanzioni è espressamente delegato agli Stati Membri che dovranno quindi emanare norme nazionali.

La LAV sollecita, pertanto, una rapida approvazione del Decreto Legislativo relativo alla definizione delle sanzioni alle violazioni delle norme del Regolamento, alla cui redazione ha partecipato anche la nostra Associazione: “il rischio, infatti, è che pur potendo rilevare le violazione al Regolamento, non si possa procedere a un sanzionamento dei responsabili, rendendo di fatto inapplicabile il Regolamento stesso - dichiara Roberto Bennati, responsabile LAV Campagne europee - Il Governo italiano approvi subito questo importante Decreto, in ottemperanza al programma elettorale della Coalizione guidata dal Presidente del Consiglio Prodi, perché da domani i responsabili di violazioni non potranno essere sanzionati”.

Questo Regolamento rappresenta un passo in avanti per quanto riguarda alcuni aspetti: formazione degli addetti, introduzione di standard più rigorosi per i mezzi di trasporto, maggiori vincoli a tutela degli equidi e altre previsioni di minore importanza, ma richieste da diversi anni dalle associazioni animaliste di tutta Europa. Il Regolamento, infatti, sarà applicabile anche ai trasporti inferiori ai 50 km, e sarà più semplice individuare gli animali non idonei al trasporto, sgombrando il campo da interpretazioni sfavorevoli agli animali, sebbene siano previste deroghe al trasporto di animali malati o feriti, seppure previa autorizzazione veterinaria. Per quanto riguarda gli equidi, i trasporti su lunga distanza per questi animali dovranno prevedere stalli singoli, evitando così problemi di equilibrio e sovraffollamento, causa spesso di gravi incidenti tra gli animali trasportati.

“Ma la novità più importante è rappresentata dalla condivisione di responsabilità tra il trasportatore, i detentori e i responsabili dei centri di raccolta degli animali: in caso di violazione, quindi, saranno sanzionati anche questi ultimi, che spesso impongono le condizioni ai trasportatori”, prosegue Bennati.

“Dobbiamo però registrare l’assenza, grave, di modifiche relative ai tempi massimi di viaggio e alle densità di carico, che costituiscono le due variabili a maggiore impatto sul benessere degli animali che, seppure purtroppo destinati alla macellazione o all’ingrasso, sono esseri viventi capaci di provare sofferenza e non oggetti - conclude Bennati - da qui il nostro rinnovato appello a mettere fine a questi drammatici viaggi della morte”. Il Regolamento ha infatti rinviato la discussione su questi punti al 2011, data prevista per la prima revisione di questa nuova normativa sul trasporto.

Potranno continuare a essere trasportati, per lunghi tragitti, animali non svezzati, senza che siano previste soste per fornire loro il latte, indispensabile per la loro alimentazione. Generiche, inoltre, le regole relative ai sistemi di abbeveraggio che pur essendo obbligatori, non prevedono un numero di abbeveratoi minimo o adeguato in base a numero e specie di animale trasportato, né l’obbligo di posizionare abbeveratoi su entrambe i lati del mezzo di trasporto, con grave pregiudizio all’accesso per molte specie di animali.

Sulle strade italiane transitano ogni anno oltre 600milioni di chilogrammi di animali vivi, per circa il 70% bovini (elaborazione LAV su dati Istat riferiti a bovini, suini, ovicaprini, equidi, polli, tacchini, conigli) destinati all’allevamento e alla macellazione.

I bovini si confermano gli animali che l’Italia importa in maggiore quantità: oltre 1 milione e 300 mila gli animali importati nel 2005, circa il 10,5% in più rispetto al 2004, di cui oltre 880 mila solo dalla Francia, e oltre 246 mila dai Paesi dell’Est europeo, comprese Romania e Bulgaria, appena entrate a far parte dell’Unione Europea. E la tendenza alla crescita sembra confermata dai dati relativi ai primi sei mesi del 2006, durante i quali il nostro Paese ha importato quasi 718 mila bovini, per un incremento del 15% rispetto al primo semestre del 2005.

Diminuiscono invece del 34% le esportazioni di bovini dal nostro Paese, dirette principalmente verso Spagna, Germania e Francia, principali mercati di destinazione: nel 2005 sono stati poco meno di 45 mila i bovini esportati, per un valore di 11,5 milioni di euro, in calo del 30,4%. E la tendenza al calo è confermata nei primi sei mesi del 2006, che hanno visto una diminuzione del 2,5% dei bovini vivi esportati, circa 23 mila animali.

Paesi Bassi, Spagna e Francia sono i principali mercati dai quali l’Italia importa i suini (import totale 2005 per un valore di oltre 1 milione e 700 mila euro, in aumento rispetto al 2004) e crescono anche le esportazioni di suini allevati in Italia, sopratutto verso i Paesi dell’Est europeo (export totale 2005 per un valore di oltre 820 mila euro).

Aumentano le importazioni di ovicaprini: nel 2005 l’Italia ha importato oltre 1 milione e 800mila animali (nel 2004 erano 1 milione e 700mila), soprattutto da Ungheria e Francia, mentre le importazioni di equidi (cavalli, asini, muli e bardotti, vivi) sono in flessione (quasi 89 mila nel 2005 contro gli oltre 99 mila del 2004). (Fonte: Rapporto Annuale Ismea 2006). 

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